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Cronistoria

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La sintesi di una lunga storia iniziata più di 800 anni fa.

1170 > costruzione | 1209 > il primo documento
Il primo ponte in legno sul Brenta a Bassano del Grappa venne costruito con ogni probabilità intorno al 1170, per unire le due sponde in relazione alle esigenze militari della Lega lombarda. Risale al 1209 il primo documento storico da cui risulta la sua esistenza.
Tratto da “Cronaca Ezzeliniana aa.1183-1237” di Gerardo Maurisio (ed. Neri Pozza,1986):
“... fecero cerchio intorno a lui nella piazza che si trova in capo al Ponte di Bassano (in platea, que est a capite pontis Baxiani, fecerunt circulum circa ipsum)”.
Prima i collegamenti fra le due sponde del fiume avvenivano con traghetti o zattere.

1439 > prima piena del Brenta: distrutto
Un ponte in legno su due piloni e dotato di copertura, che non sappiamo a quando risalga, è distrutto da una brentana nel 1439 e ricostruito nel 1450.

1498 > ricostruzione
Il ponte quattrocentesco nel 1493 viene affiancato da un ponte di barche e ricostruito nel 1498/1499.

1511 > guerra di Cambrai: distrutto
Viene distrutto durante la guerra della Lega di Cambrai dalle armate francesi del famoso Maresciallo De La Palisse in fuga verso occidente, inseguite dalle truppe imperiali.

1519 > nuovo ponte in legno | 1525 > ponte di pietra | 1526 > piena del Brenta: distrutto
Nel 1519 Bassano ha un nuovo ponte in legno, sostituito nel 1525 da un ponte in pietra: è una fugace apparizione, perché il 3 ottobre 1526 una piena del Brenta lo travolge.
Cinque anni durano le discussioni nel Consiglio Comunale per decidere se il ponte deve essere rifatto in pietra o in legno.

1531 > ricostruzione in legno | 1567 > piena del Brenta: distrutto
La battaglia viene vinta dai sostenitori del legno e nel 1531 viene costruito un nuovo ponte che dura 36 anni, fino al 1567: il Brenta si vendica ancora ed una nuova piena distrugge tutto.

1569 > Andrea Palladio: il progetto
Nel frattempo Bassano era venuta a far parte della Repubblica di Venezia, pur mantenendo la sua autonomia amministrativa. Ed il Senato della Serenissima aveva deciso da tempo di sostituire tutti i ponti in legno con altrettanti in pietra. Si apre allora fra Bassano e Venezia un lungo ed estenuante braccio di ferro. Alla fine la tenacia dei Bassanesi viene premiata ed il Senato concede il finanziamento per la ricostruzione del ponte in legno. L’euforia è grande! Si pensa a qualcosa di unico, destinato a rimanere nel tempo. E la scelta del progettista cade su Andrea Palladio, il grande architetto destinato a influenzare l’architettura per i due secoli a venire. E il Palladio (1569) disegna il Ponte Vecchio nella sua linea elegante ma sobria, slanciata ma imponente, che è rimasta fino ai nostri giorni. Esso è ancorato alle costruzioni che sorgono sulle due rive del Brenta e poggia su quattro piedi di forma triangolare, ricavata coprendo con assi i pali che sorreggono il piano del ponte. La copertura, pure in legno, poggia su una serie di travi lavorate che fanno del ponte una balconata sul fiume, un grande salotto con vista a nord sulle montagne e sul colle dove sorge il Castello degli Ezzelini e a sud sulla pianura che si apre verde e assolata in direzione di Venezia. Il Ponte del Palladio viene ultimato nel 1570 e dimostra negli anni successivi non solo la sua estrema bellezza formale, ma anche la sua robustezza e la sua resistenza agli attacchi del Brenta.

1574, 1593, 1707, 1722 > resistenza alle piene del Brenta
Infatti due tremende piene, nel 1574 e nel 1593, riescono solo a danneggiarlo, ma non ad abbatterlo. Nel XVII e XVIII secolo subisce altri danni sempre però resistendo alla furia del fiume. In questo periodo Bassano diviene sempre più città viva e pulsante di attività economiche ed artistiche. Di quest’ultime rimangono moltissime testimonianze, in particolare stampe ed incisioni, nelle quali il Ponte è spesso presente come elemento centrale e caratterizzante della città.

19 agosto 1748 > piena del Brenta: distrutto
E' “portato via come una cesta” (Gasparo Gozzi) dal fiume nuovamente il 19 agosto 1748, travolto da una tremenda alluvione.

1750 > Bartolomeo Ferracina: ricostruzione
La ricostruzione viene affidata a Bartolomeo Ferracina, bassanese di grande impegno, famoso per i suoi grandi orologi meccanici presenti tuttora nel Municipio e nella Torre Civica, che lo consegna ultimato il 30 settembre 1750.
Durante la costruzione il Ferracina meraviglia i Bassanesi: per accelerare e rendere più duraturi i lavori inventa e mette in opera due macchine grandiose, una per infiggere i pali nel letto del fiume ed un’altra per scavare la ghiaia del Brenta e portarla direttamente sul ponte per la formazione del piano viabile.
I Bassanesi comunque si sono già così affezionati al Ponte del Palladio che in questa come nelle altre successive ricostruzioni mantengono l’identica forma e struttura.

1813 > armate napoleoniche: l’incendio
Arriviamo così al 2 novembre 1813: le armate napoleoniche al comando del viceré Eugenio Beauharnais, dopo aspra battaglia nella zona del bassanese con le truppe austriache al comando del generale Hiller, ripiegano sconfitti verso occidente. Per ritardare la marcia degli Austriaci il viceré Eugenio, nonostante le suppliche dei bassanesi, dà ordine di incendiare il ponte che così scompare a pezzi nel Brenta un’altra volta.

1821 > ricostruzione e riapertura
Dopo qualche anno, con l’aiuto finanziario di alcuni cittadini, il Comune provvede su progetto di Angelo Casarotti a ricostruire il Ponte, sempre nella versione palladiana, che viene aperto il 4 febbraio 1821. Il ponte ha una lunghezza di 64 metri, il suo piano viabile è 11 metri sopra il fondo del Brenta, ha una larghezza di 8 metri e la copertura è alta più di 4 metri dal piano stradale.

1915-1918 > Prima Guerra Mondiale: danneggiamenti
1945 > Seconda Guerra Mondiale: distrutto
La nuova struttura, solida e bella, è destinata a durare a lungo nel tempo, resiste alle insidie della prima guerra mondiale e solo nel 1945, verso la fine della seconda guerra mondiale, il Ponte conosce una nuova distruzione attuata per diverse ragioni, in due fasi distinte, dai Partigiani (17 febbraio) e dalle truppe naziste (29 aprile).

3 ottobre 1948 > gli Alpini: ricostruzione e inaugurazione
Nel 1948 il Ponte viene ricostruito per volontà degli Alpini che ne fanno un proprio simbolo ed è per questo che da allora viene anche comunemente chiamato Ponte degli Alpini. L’inaugurazione è presieduta dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi.

1966 > la grande alluvione: resiste
E poi quel tremendo, doloroso 4 novembre 1966, che ancora i bassanesi ricordano con trepidazione. È l’anno ed il giorno della grande alluvione di Firenze. Il Brenta raggiunge limiti mai visti: nel momento di maggior piena sotto le arcate passano 2.300 metri cubi d’acqua al secondo, con una furia spaventosa, trascinando tronchi e detriti che si infrangono contro le strutture. Ma il Ponte, pur ingobbito per i colpi del Brenta (si è incurvato di quasi un metro al centro, due frangiflutti su quattro sono stati asportati, gli altri danneggiati, i piloni lesionati al limite della resistenza), rimane in piedi sorretto dagli sguardi e dalle speranze dei bassanesi.

1969 > ritorno allo splendore
Il 4 novembre 1969, il Ponte è ritornato se stesso dopo lo smontaggio e rimontaggio che lo ha restituito alla sua lineare bellezza e che ne ha rinforzato ancor più le strutture.

1990-1993 > ultimo consolidamento
Nel 1990 iniziano i lavori di consolidamento statico delle fondazioni e delle strutture portanti delle quattro stilate del Ponte. Vennero eseguite trivellazioni per la realizzazione di nuovi pali in c.a. con fodera in acciaio inox, infissi totalmente in alveo per una profondità di 8 ml. (8 pali/stilata per n. 32 pali complessivi); realizzati nuovi traversi in legno, posti alla sommità dei nuovi pali, a sostegno della trave “soglia delle colonne”, sulla quale poggiano tutte le colonne portanti del Ponte; sostituito parte delle strutture lignee (cavazzali, saettoni, tavole delle banchine, balaustre, ecc.) con nuovo legname o restaurate con trattamenti a base di resine epossidiche; proceduto alla coloritura superficiale protettiva dei legni utilizzando olio di lino e terre colorate. I lavori si protrassero fino al 1993 perché, durante il corso lavori, vennero progettati ed eseguiti ulteriori interventi quali: nuovo pavimento in lastrolare di marmo locale inframezzato da selciato in ciottoli di fiume al posto della meno decorosa pavimentazione bituminosa; rifacimento e impermeabilizzazione del manto di copertura con sostituzione della lattoneria; installazione sulle travi e capriate del tetto di un sistema elettrostatico per l’allontanamento dei piccioni che in precedenza aveva causato notevoli fastidi al traffico pedonale nonché al decoro del monumento.

2003-2006 > restauro e manutenzioni del ponte
A distanza di un decennio dagli ultimi lavori, si rende necessaria l’esecuzione di un complesso di opere di restauro e manutenzione straordinaria per contrastare l’inevitabile deperimento dei prodotti di protezione e di collegamento dei vari elementi del ponte, deperimento causato dagli agenti atmosferici e dell’azione costante della corrente del fiume.
La soluzione scelta nel consolidamento del 1990-93, di intervenire con iniezioni di resina epossidica coadiuvata dall’uso di vetroresina ha dato risultati meno duraturi di quello che ci si poteva aspettare: le colonne portanti e i pali dei rostri così trattati in seguito alla risalita per capillarità dell’umidità hanno sviluppato un ammaloramento in corrispondenza delle zone di contatto legno-resina epossidica.
L’intervento eseguito comprende principalmente:

  • per la generalità degli elementi del ponte, accurato controllo e sistemazione degli incastri in legno, della ferramenta e bulloneria; pulizia e trattamento con materiale protettivo impregnante dio tutti gli elementi in legno saltuariamente a contatto con l’acqua del fiume o particolarmente esposti agli agenti atmosferici; coloritura di tutto il legname con color rosso a base di olio di lino cotto;
  • per la struttura portante ed ogni singolo elemento di questa (cavazzali, colonne e cavalle delle stilate; saettoni, modiglioni e cavalle del sotto-impalcato; colonne, capriate e solaio della copertura) accurata revisione e controllo con pulizia, eventuali riparazioni e sistemazioni generalizzate;
  • per le parti che costituiscono il collegamento ed il rivestimento della struttura portante (banchine, filagne, spartiacque, mantellata) e per le opere di completamento del piano viabile (parapetti e paracarri) pulizia e riparazione di ogni elemento sano e recuperabile e sostituzione degli elementi danneggiati non più recuperabili, oltre ai già detti lavori di protezione, impregnazione e coloritura;
  • manutenzione straordinaria dell’impianto elettrostatico di allontanamento dei colombi, con sostituzione dei pezzi lesionati (isolatori e generatori) e rifacimento delle parti danneggiate:
  • la realizzazione dell’impianto elettrico e di illuminazione.
Pubblicato e aggiornato: martedì, 03 febbraio 2015